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Il cavalletto
Introduzione
Quando si vuole fotografare con tempi di posa lunghi oltre la soglia del mosso, il cavalletto diventa indispensabile anche se i tempi lunghi non sono la sola applicazione di un cavalletto. Il cavalletto è indispensabile anche per le fotografie panoramiche, per il Gigapixel, per la fotografia 3D, per l’HDR e molto altro ancora.
Per scegliere un buon cavalletto occorre fare attenzione a diversi fattori ed il consiglio è quello di provarlo in un negozio prima di acquistarlo. Si inizia valutando il peso della propria macchina fotografica abbinata all’obiettivo più pesante che si possiede o che si è messo in preventivo di acquistare. Bisogna quindi scegliere un cavalletto che sia in grado di reggere un peso superiore a quel valore mantenendo la stabilità.
Oltre alla stabilità, è importante il tempo impiegato a smorzare le vibrazioni dovute al nostro contatto con esso, al vento od a qualunque fattore che induca vibrazioni. Per valutare questo aspetto è importante aprirlo, posizionarlo, e provare a muoverlo: si vede subito se vibra a lungo.
E’ importante anche la possibilità di smontare la testa per poterne utilizzare eventualmente una diversa per ogni esigenza.
Ogni cavalletto ha le gambe telescopiche che si richiudono, ma i modelli adottano diversi sistemi di chiusura e frazionamento dei segmenti (figura 01). Quando le gambe sono frazionate in 3 segmenti, ci vuole meno tempo per l’apertura e la chiusura rispetto ai modelli a 4 segmenti, ma questi ultimi, una volta richiusi, occupano meno spazio in lunghezza. I meccanismi di sblocco dei segmenti, possono essere a vite o a portafoglio. Con quelli a portafoglio si impiega meno tempo nelle fasi di apertura e chiusura, ma a volte sono meno robusti di quelli a vite (dipende dai modelli).
I piedini con i quali le gambe terminano, si possono avere a vite o semplicemente un tutt’uno con la gamba. Quelli a vite, danno la possibilità di un’ulteriore regolazione per l’appoggio su terreni non regolari anche se spesso si elude il problema regolando la lunghezza di una delle gambe in modo diverso dalle altre per compensare le asperità.
Un’altro fattore importante è l’altezza del cavalletto. E’ importante che porti il display della macchina fotografica leggermente sopra i nostri occhi in modo da avere ampie possibilità di regolazione.
I buoni cavalletti hanno tutti una colonna centrale (figura 01) che si alza andandosi a sommare all’altezza delle gambe allungate.
Solitamente, l’inclinazione delle gambe è standard ma su alcuni modelli è possibile sbloccare il punto massimo di apertura per divaricare ulteriormente le gambe ottenendo una base d’appoggio di maggior superficie (figure 01 e 03).
01 Cavalletto in metallo con gambe divise in 3 segmenti, sblocchi a vite, colonna centrale regolabile in altezza, bolla e piedini fissi.
Gancio per contrappeso
2 meccanismi di sblocco a vite e 3 segmenti per ogni gamba
Colonna centrale regolabile in altezza
Astuccio con chiavi per le viti ed i bulloni
Sblocco dell’apertura delle gambe
Bolla
Vite di sblocco della colonna centrale
Base d’appoggio per la testa con vite
Un’ulteriore considerazione va fatta sul materiale con cui è fatto il cavalletto che è importante perché ne determina il peso: avere un cavalletto leggero è apprezzabile quando lo si deve trasportare in spalla. Ovviamente, più è alto il peso della macchina fotografica insieme all’obiettivo, e più sarà alto il peso del cavalletto che per sostenerla dovrà avere più parti in metallo. A questo punto il solo modo di diminuirne il peso, è acquistarne uno in carbonio che però ha lo svantaggio di avere prezzi elevati.
Molti cavalletti hanno una piccola bolla (figura 02) per livellare la base di appoggio anche su terreni inclinati che si rivela utile non per foto singole in cui basta regolare la testa per compensare, ma bensì per le sequenze di scatti delle foto panoramiche o in altre circostanze.
Per il trasporto è meglio optare per la soluzione custodia o cinghia perché senza questi accessori diventa difficoltoso portarlo con sè per tragitti superiori ai 5 minuti.
Bolla per verificare il piano della base d’appoggio della testa
Vite della colonna centrale
Colonna centrale
02 Particolare in cui si vede la bolla per la base d’appoggio della testa del cavalletto ed anche la vite per modificare l’altezza della colonna centrale.
Meccanismo di sblocco aperto
03 Particolare del meccanismo che sblocca l’apertura massima della gamba dando la possibilità di ampliare la superficie d’appoggio.
04 Gamba più aperta.
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Il cavalletto mini
Quando si è in viaggio o semplicemente si vuol essere leggeri ed agili, molta attrezzatura da portare appresso non è il massimo della comodità. Però è vero anche che quando ci si trova in situazioni di luce scarsa si rimpiange poi il cavalletto lasciato a casa. Una soluzione può essere a mio avviso un mini cavalletto. Ne esistono di diversi tipi ma anche qui è sempre importante valutare il peso che sono in grado di tenere senza accasciarsi o flettersi. Per le reflex ne esistono tipi che sembrano veri cavalletti con le gambe segate e che sono in grado di fare il loro lavoro pesando ed ingombrando molto meno di un cavalletto classico. L’unica accortezza è che necessitano di un punto di appoggio. Quello mostrato in figura 05, è un cavalletto mini che non solo regge una reflex ma all’occorrenza può montare anche la testa a 3 vie o altre teste a scelta. Senza montarvi sopra una testa può essere usato direttamente sulla macchina perdendo però la possibilità di regolarlo agevolmente.
05 Cavalletto mini con bolla, attacco standard per Reflex o qualunque tipo di testa. Uno dei meccanismi è aperto consentendo ad una delle tre gambe di inclinarsi.
Il monopiede
La scelta di utilizzare un monopiede al posto di un treppiede, diventa sempre più popolare tra i fotografi sportivi per la sua maggior velocità di spostamento. Il monopiede non è altro che un cavalletto con una sola gamba per la quale vale tutto quanto detto sopra per i treppiedi. Si ha maggior rapidità di spostamento ma è anche vero che bisogna tenere costantemente con le mani la propria reflex in equilibrio. Appunto può essere comodo per fotografie a bordo campo ma meno utile per fotografie con tempi di posa lunghi.
La testa
Parte fondamentale di un cavalletto è la testa smontabile. Esistono molti tipi diversi di teste ed è per questo consigliabile avere un treppiede che abbia la possibilità di sganciare la testa per montarne un’altra. Generalmente per scegliere la testa va deciso prima il tipo di utilizzo che si andrà a fare. Però è vero che molte teste sono altamente specifiche mentre ve ne sono alcune che vanno bene per la maggior parte degli utilizzi come le teste a 3 vie o quelle a sfera. Bisogna sempre ricordare che anche la testa va scelta conoscendo il peso che deve sopportare altrimenti si corre il rischio che una volta regolata, scivoli e si spostino le regolazione per effetto della gravità. Di seguito farò una breve panoramica delle teste disponibili:
Testa a 3 vie
La testa a 3 vie, figura 06, è una testa utile per la maggior parte delle applicazioni e se ne trovano per tutti i pesi e per tutte le tasche. Il nome, 3 vie, indica che è possibile regolarla nelle 3 dimensioni attraverso le due manopole e la vite alla base che una volta serrate bloccano la fotocamera in una posizione fissa. Una volta svitate le manopole e la vite, il movimento è libero fin quando non si serrano nuovamente.
06 Testa a 3 vie con due bolle (in giallo) di cui una per la base ed una per la base di appoggio della fotocamera. Le tre frecce azzurre indicano la rotazione nelle 3 dimensioni.
Manopola di regolazione
Bolle
Testa a 3 vie con regolazioni micrometriche
Questo particolare tipo di testa è sostanzialmente identica a quella sopra con la differenza che le regolazioni non lasciano libero il movimento ma sono ad ingranaggi di precisione. In questo modo, basta ruotare le manopole per ruotare la cremagliera e quindi la macchina fotografica. E’ un tipo di testa di precisione che va bene anch’essa per molteplici applicazioni ma il costo è veramente elevato al punto che è conveniente acquistarla solo se l’utilizzo ne giustifica il prezzo.
Testa a 2 vie
La testa a due vie è come le precedenti ma non ha tutte e tre le regolazioni e quindi costringe a dover usare spesso la regolazione di lunghezza delle gambe del treppiede per riuscire a posizionare la macchina fotografica come si vuole. Spesso queste teste sono i modelli più economici.
Testa a sfera
La testa a sfera è anch’essa una testa utile al maggior numero di utilizzi e si regola nelle 3 dimensioni. Solo che a differenza della testa a 3 vie, le regolazioni non sono separate sui tre assi ma vengono regolate contemporaneamente muovendo uno snodo a sfera che, trovata la posizione può essere bloccato. Ne vediamo un esempio in figura 07. A differenza delle teste a tre vie, è molto più rapida nella regolazione ma anche meno precisa.
07 Testa a sfera regolabile su tutti e tre gli assi contemporaneamente.
Sfera
Testa a sfera modello joystick
Le teste di questo tipo sono di nuova concezione nonostante si basino sul principio della testa a sfera. Mantengono la rapidità della regolazione contemporanea su tre assi grazie alla sfera, ma sono molto più maneggevoli e precise grazie al joystick che ne facilita la manovrabilità mentre la leva posta sul manico controlla una frizione meccanica che al rilascio blocca il meccanismo. Per cui basta impugnare, premere la leva e ruotare. Al rilascio la macchina sarà immobile. Non ha la precisione di una 3 vie ma ci si avvicina molto superandola però in rapidità. Un’esempio è mostrato in figura 08. Queste teste hanno anche la regolazione della durezza della frizione.
Regolazione durezza frizione
Basetta di attacco della reflex
Leva della frizione
Leva della frizione
Bolle
Bolle
Basetta di attacco al cavalletto
08a Testa a sfera modello joystick di tipo tradizionale con leva della frizione frontale. In questi modelli, sbloccata la frizione, il peso della reflex, tende immediatamente a spostarne l’inclinazione.
08b Testa a sfera modello joystick di ultima generazione con impugnatura laterale. Grazie alla posizione laterale, si ha un controllo maggiore e più preciso perché il peso della reflex non viene scaricato sull’impugnatura, bensì sulla colonna centrale.
Testa a slitta
Le teste a slitta sono utili per la fotografia in 3 dimensioni quando si utilizza una fotocamera mono-obiettivo. In questo caso si può scattare una prima fotografia in una data posizione e poi, per scattare la seconda, basta traslare lateralmente la reflex di 6-7 cm con la slitta ed il gioco è fatto. Grazie alle guide graduate, si riesce a traslare con estrema precisione.
09 Testa a slitta doppia che consente la traslazione in due direzioni.
Testa QTVR
Le teste QTVR sono teste specifiche per foto panoramiche. Detto questo, la fotografia panoramica si può realizzare anche con teste a 3 vie, seppur con qualche limitazione. La sigla QTVR, sta per “Quick time virtual reality” ed è un formato creato apposta per la fotografia immersiva in cui il soggetto può navigare dentro la fotografia a 360° in tutte le direzioni (esempio). Questo particolare formato è proprietà di Apple ed è visualizzabile solo con il lettore video gratuito: Quick time.
La QTVR è una testa che consente di posizionare il piano focale della macchina fotografica sull’asse di rotazione della testa e di porre la macchina fotografica in orizzontale o in verticale.
Nelle teste a 3 vie si può mettere la macchina sia in orizzontale che in verticale ma non è possibile, se non con delle approssimazioni, porre il piano focale sull’asse di rotazione.
10 Testa QTVR.