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Compressione

Introduzione

 

In questo capitolo capiremo come sia possibile fare in modo che un file occupi meno spazio in termini di memoria.

Esistono fondamentalmente due tipi di compressione: loseless e lossy. La prima è una compressione senza perdita di qualità mentre la seconda rovina il file a seconda del grado di compressione scelto.

E’ superfluo dire che la seconda raggiunge un grado di compressione maggiore della prima.

 

Compressione loseless

 

Questo tipo di compressione può essere applicata ad un file immagine ma anche ad un testo. Non comporta perdita di dati e riduce la memoria occupata da un file, da 1,5 a 30 volte a seconda del file. Immaginiamo di voler comprimere un testo; a questo scopo viene creato una sorta di dizionario dove ad ogni parola o gruppo di lettere ricorrente è associato un simbolo. Ogni volta che nel testo compare quella parola, verrà utilizzato al suo posto sempre quel simbolo.

Per esempio, se il testo fosse un articolo naturalistico sugli elefanti, la parola “elefante” potrebbe essere sostituita da una “x” risparmiando ben 7 posizioni ogni volta che compare nel testo.

Avendo a disposizione la legenda, il computer è in grado poi di ricostruire il file.

Questo tipo di compressione può essere applicata anche ai file di immagine.

In questo caso, invece di lettere, avremo dei valori di luminosità e colore di ogni pixel. Se ad essere compressa è una fotografia notturna in cui il cielo è nero e costituisce una buona porzione dell’immagine, viene associato un simbolo ad ogni gruppo di pixel uguali (in questo caso neri) con un notevole risparmio di spazio. Se invece l’immagine è costituita per lo più da sfumature di molti colori, è più difficile trovare pixel uguali ed il risparmio è limitato.

Ad ogni modo, con questo tipo di compressione, si può modificare il file e salvarlo nuovamente senza alcuna perdita di qualità, infinite volte. Esempi di file immagine con compressione loseless sono i PNG ed i TIFF.

 

Compressione lossy

 

Questo tipo di compressione è generalmente applicata a file immagine o musicali e si basa sulla eliminazione di dati non visibili o non udibili. L’esempio più classico è il formato JPG o JPEG che è il formato più diffuso nel mondo per le immagini. Il formato Jpg è un protocollo che prevede prima una compressione di tipo loseless e poi una lossy. La compressione lossy Jpg, si basa sul fatto che l’occhio umano è più sensibile alle variazioni di luminosità che alle sfumature di colore. In questo modo “risparmia” di più sui colori che sull’intensità.

Ovviamente, più è compresso il file, e più gradazioni di colore andranno perse. In particolare, l’algoritmo Jpg, analizza rettangoli di 8 pixel per 8 pixel tramutando le numerose sfumature di colore in un numero ben più limitato di colori.

Il fatto che i pixel vengano analizzati e trattati a gruppi di 64, produce poi il tipico effetto Jpg che, ad elevate compressioni, genera dei “quadrettati” dovuti al repentino cambiamento del colore da un rettangolo 8x8 all’altro.

Nei software professionali ed anche sulle reflex, esiste la possibilità di scegliere il grado di compressione del formato Jpg in modo da scegliere tra una maggiore compressione o una maggior qualità.

Una caratteristica fondamentale della compressione lossy o distruttiva, è quella di essere un processo irreversibile. Per essere più chiaro, una volta salvato un file con compressione elevata, aprendolo e salvandolo nuovamente con una compressione ridotta, non si riacquisteranno i dati perduti nella precedente compressione ed è quindi inutile effettuare una manovra simile.

Nella figura 01, si vede come diminuisce la qualità al crescere della compressione di una fotografia.

S. Maria di Loreto, Roma

01a In questa figura si vede una fotografia in formato Jpg a compressione minima ed ottima qualità

S. Maria di Loreto, Roma

01b In questa figura si vede la stessa fotografia in formato Jpg a compressione elevata con conseguente peggioramento della qualità e la comparsa dei “quadrettati”. Osservare l’azzurro del cielo e i contorni delle cupole

Ad ogni modo, sulle macchine fotografiche reflex, si opta sempre per la maggior qualità possibile e quindi c’è la possibilità di scegliere tra diversi fattori di compressione che limitano la perdita di qualità a discapito della memoria occupata (chi possiede una reflex si presume che utilizzi supporti di memoria capienti). Se quindi non si ha necessità di lavorare in post-produzione, con questi livelli di qualità, è molto conveniente salvare i file in un formato compresso.

 

Compressione del file e post-produzione

 

Quando si è interessati alla modifica delle immagini, in che formato è conveniente lavorare? A questa domanda si trova esauriente risposta nel capitolo dedicato al formato Raw, ma questo paragrafo serve a capire come effettuare i salvataggi dei file per quello che concerne la compressione durante tutte la fasi di elaborazione.

La cosa migliore è sempre quella di partire dal formato Raw che è un formato nativo e quindi lo si può modificare e salvare infinite volte senza perdita di dati o deterioramento. Se le modifiche sono effettuate in più di una sessione, è fondamentale salvare in formato compresso Jpg solo quando il lavoro di modifica sia terminato. Tutti i salvataggi intermedi, vanno rigorosamente fatti nel formato nativo. Altrimenti ad ogni salvataggio in Jpg, si accumuleranno deterioramenti dovuti alla compressione della compressione. Aggiungo anche che quando il lavoro è finito, è sempre meglio conservare la versione Raw oltre a quella Jpg, per successive elaborazioni senza perdita di qualità.

Quando il formato Raw non è disponibile e si è costretti a lavorare in post-produzione partendo da un file Jpg, la cosa migliore è fare le modifiche e salvarle di volta in volta in Psd (formato di Photoshop). Una volta finito il lavoro, potremo salvare nuovamente in Jpg. Questo serve sempre per non peggiorare la qualità ad ogni salvataggio. È importante ricordare che aprire un file Jpg e salvarlo in Raw non ne fa aumentare mai la qualità. La qualità andata perduta con la compressione non è recuperabile e la compressione lossy non è reversibile perché i dati che sono stati ridotti non è possibile recuperarli.

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