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Composizione

Introduzione

 

In questo capitolo tratterò un argomento molto importante ai fini del buon risultato ma che presuppone un’ottima conoscenza degli altri capitoli, quelli dedicati alla macchina fotografica ed all’obiettivo.

Prenderemo in esame diverse situazioni in cui bisogna effettuare delle scelte che faranno la differenza tra una foto anonima ed una in grado di piacere alla maggior parte delle persone.

Per composizione si intende spesso l’inquadratura ma in questo capitolo parlerò non solo di inquadratura ma anche di come progettare una foto dall’inizio alla fine impostando anche diversi parametri.

 

Inquadratura: il taglio di persone

 

Quando ci si trova a scattare una foto ad una o più persone, spesso si deve tagliare qualche particolare per fare entrare nell’inquadratura sia la persona che lo sfondo o anche semplicemente per rendere la foto più interessante. Ma il problema è: in che punto vanno tagliate le persone? Esiste una regola base che è valida quasi sempre: tagliare lontano dalle articolazioni. Per ragioni estetiche risultano poco gradevoli le foto in cui si taglia all’altezza della caviglia oppure in prossimità delle ginocchia, del bacino,  dei gomiti o del collo. Quindi se si deve tagliare, è bene farlo a metà del polpaccio, metà della coscia, all’ombelico o poco sotto le spalle. Per i primi piani sul volto, meglio tagliare la parte alta della fronte.

Nella figura 01, si vedono due diversi primi piani. La foto 01a, mostra un primo piano tagliato sul collo che prende tutta la testa. Nella foto 01b invece, si effettua un taglio sulla fronte escludendo la parte alta della testa.

Buddha Kamakura, Giappone

01a In questo primo piano è stato effettuato un taglio all’altezza del collo consentendo di inquadrare tutta la testa.

Buddha Kamakura, Giappone

01b In quest’altro primo piano, si è scelto di tagliare poco sopra la fronte, focalizzando così l’attenzione dell’osservatore sugli occhi.

Nell’esempio della figura 01a, la testa è stata inquadrata tutta mentre nell’esempio 01b, si è scelto di tagliare una parte della testa evitando così di tagliare il collo. Il taglio non è casuale ma è fatto in modo che la foto risulti gradevole e l’attenzione dell’osservatore sia rivolta agli occhi che sono la parte più importante di un volto e non alla totalità della testa come nella prima foto. La stessa regola si applica per i tagli sul corpo quando si deve fotografare un mezzo busto, per esempio: non si taglia mai all’altezza della cintura dei pantaloni, ma in questo caso appena sotto il petto.

 

Inquadratura: il giusto angolo

 

Un’altra cosa importante quando si scatta una fotografia, è fare in modo che chi la guardi non possa dire: è storta.

La regola è sempre quella di riflettere prima di scattare per poter andare a colpo sicuro. La prima cosa da fare è trovare dei riferimenti che ci aiutino a capire come orientare la macchina fotografica.

Per esempio, se facciamo una foto verso il mare aperto, abbiamo la linea dell’orizzonte che ci aiuta in quanto dovrà essere resa parallela al lato orizzontale della nostra fotografia.

Questa cosa è molto semplice da capire con l’orizzonte libero di un paesaggio marino, ma molto meno immediata nella realizzazione in quanto, un piccolo errore su una foto del genere, si nota moltissimo come vediamo nell’esempio riportato in figura 02.

Vendicari

02a In questa foto, ho ruotato la macchina fotografica di soli 2° ma osservando la foto sembra veramente inaccettabile: l’orizzonte libero non perdona.

Vendicari

02b Questa foto è invece dritta senza ombra di dubbio: non è facile tenere la mano ferma in modo che la linea dell’orizzonte sia perfettamente parallela al lato lungo del riquadro.

Nell’esempio precedente la situazione era veramente facile da analizzare grazie alla linea dell’orizzonte. Nei casi più complessi invece, si deve scegliere il riferimento giusto. Potrei trovarmi a fotografare un edificio a distanza come nel prossimo esempio della figura 03. Al posto dell’orizzonte, viene spontaneo utilizzare la linea di terra della strada dove siamo che è la stessa che ci indicherebbe una livella a bolla, figura 03a. Ci accorgiamo subito che se anche la nostra macchina fotografica è dritta, la strada, mano mano che avanza verso la chiesa, non è perfettamente piana e quindi il luogo dove sorge la basilica è inclinato rispetto a dove ci troviamo noi. In questa situazione, anche la più precisa livella montata sopra un cavalletto insieme alla macchina fotografica, non può aiutarci. L’unica cosa da fare è prendere come riferimento al linea di terra dove poggia la chiesa o anche la linea del soffitto che è parallela, figura 03b. In questo modo, nella foto, sarà la strada ad essere storta ma siccome il soggetto è la chiesa, è giusto così.

San Giovanni

03a In questa foto, si è scelto il riferimento sbagliato: la strada. La chiesa è storta.

San Giovanni

03b In questa foto, si è scelto il riferimento corretto: la chiesa, ma la strada è storta.

Ora passiamo a qualcosa di un po’ più complicato. Prendiamo in esame una foto angolata e non frontale. Il soggetto dell’esempio è sempre una Basilica perché le sue linee dritte sono utili per la didattica di questo capitolo.

Nella figura 04, vediamo 3 esempi di cui solo uno, la figura 04c, è quello corretto. Ad occhio siamo tutti in grado di vederlo ma la ragione non è immediata.

Nell’esempio 04a, ho scelto di proposito il riferimento sbagliato ed ho reso paralleli il lato verticale dell’inquadratura e la colonna più a sinistra del porticato. Al primo ragionamento sembrerebbe la cosa corretta da fare. Il risultato è inaccettabile, come si può notare.

Nell’esempio 04b invece, ho fatto il contrario con la colonna ed il lato di destra: risultato pessimo. Ancora peggiore del precedente in quanto la parte storta è più vicina all’osservatore.

Nell’esempio 04c, la foto è dritta. Ma ne la colonna di destra, ne la colonna di sinistra, ne tantomeno la linea di base del colonnato, sono paralleli a qualcosa. Osservando la figura 04d, si vede come, la cosa importante è che le linee rosse convergano e si incontrino in un punto situato sulla linea nera che divide l’immagine  a metà. Se le linee rosse si incontrano in un punto a destra o sinistra della linea mediana (nera) allora la foro risulterà storta (figura 04e).

San Paolo

04a In questa foto le linee a sinistra sono parallele al lato sinistro dell’inquadratura.

San Paolo

04b In questa foto le linee a destra sono parallele al lato destro dell’inquadratura.

San Paolo

04c Questa foto è dritta nonostante niente sia parallelo a niente.

San Paolo
San Paolo

04d In questa foto dritta, la stessa della figura 04c, si vede la ragione. I prolungamenti delle linee rosse si incontreranno molto in alto in un punto sulla mediana (nera), quindi le due distanze “A” sono uguali.

04e In questa foto storta, la stessa della figura 04a, si vede la ragione. Le distanze B e C non sono uguali e non si incontreranno in un punto sulla mediana (nera), ma bensì alla sua sinistra in un punto non bene precisato.

Inquadratura: il giusto punto di vista

 

Spesso la differenza tra una bella foto ed una che ci lascia indifferenti, è soltanto il punto di vista. A volte basta spostarsi di poco per escludere dal riquadro oggetti fastidiosi alla vista. In questo ci aiuta anche lo zoom di alcuni obiettivi che in questo caso ci consentono di includere o escludere parti di immagine senza muoverci dal posto.

Nella figura 05a possiamo vedere come nell’angolo in alto a destra ci sia un lampione tagliato che rovina l’inquadratura mentre nella figura 05b, si vede come con un leggero zoom e spostamento si ottenga una foto molto simile ma senza il fastidioso lampione.

Basilica di Massenzio

05a In alto a destra si vede un frammento di lampione che disturba l’inquadratura.

Basilica di Massenzio

05b Utilizzando leggermente la ghiera dello zoom e spostando leggermente la fotocamera si elimina il fastidioso particolare.

Messa a fuoco

 

Per riuscire a scattare una buona foto, bisogna scegliere il soggetto da mettere a fuoco e, a seconda della situazione, selezionare il più opportuno metodo di messa a fuoco disponibile sulla propria macchina fotografica. Sia che si utilizzi un sistema di messa a fuoco su più punti, che su punto singolo, che su area più o meno ampia, l’importante è fare in modo che sia a fuoco il soggetto scelto e non il resto. Supponiamo di avere soltanto due piani, per semplificare: il soggetto e lo sfondo. Volendo mettere a fuoco il soggetto sul primo piano, quello più vicino alla fotocamera per intenderci, dobbiamo fare in modo che uno o più punti di messa a fuoco, siano sul soggetto e che la macchina scelga quelli per la messa a fuoco al posto di quelli che cadono sullo sfondo. Semplice: la fotocamera attribuisce la priorità di messa a fuoco sempre sui piani più vicini. Se però il soggetto cade tra i punti di messa a fuoco, allora la reflex metterà a fuoco lo sfondo, sul quale si trovano i punti. In questo caso possiamo cambiare inquadratura facendo in modo che il soggetto vada a finire sui punti (modificando però l’inquadratura scelta all’inizio), oppure inquadrare con i punti sul soggetto, mettere a fuoco, bloccare la messa a fuoco e poi spostare l’inquadratura al punto iniziale. In questo modo avremo finalmente la fotografia desiderata: soggetto a fuoco ma in posizione che non corrisponde ai punti della messa a fuoco. Possiamo vedere un esempio nelle immagini della figura 06.

06a In questa figura si è scelto come soggetto la Torre Eiffel ed anche un inquadratura in cui il soggetto non sia in posizione centrale. Però il punto di messa a fuoco, cade sul computer dietro e quindi il soggetto risulta sfocato mentre il computer si vede nitido.

06b In questa figura il soggetto è sempre la torre ma si è fatto in modo, cambiando inquadratura, che i punti di messa a fuoco cadessero sul soggetto. La torre è finalmente a fuoco ma scendendo al compromesso di cambiare inquadratura: la torre è più a destra.

06c In questa figura invece, si è inquadrato come nella precedente, la 02b, si è messo a fuoco e si è bloccata la messa a fuoco. A questo punto si è spostata nuovamente l’inquadratura come nella figura 02a e si è scattato. Finalmente abbiamo ottenuto quello che volevamo.

La regola dei terzi

 

Per rendere più interessante una fotografia c’è una buona norma da seguire: la regola dei terzi.

Questa semplice regola geometrica trae origine dalla pittura ed è molto antica, ma utilizzata ancora oggi. Si chiama regola dei terzi perché divide l’inquadratura in tre parti su ogni lato come in figura 07 (9 rettangoli in tutto). Questa regola suggerisce di porre il soggetto in una delle 4 intersezioni generate dalle rette piuttosto che al centro. Nel caso di panorami la regola consiglia di porre l’orizzonte su una delle due rette orizzontali piuttosto che al centro o in altra posizione.

07 Questa fotografia è stata scattata seguendo la regola dei terzi e ponendo l’orizzonte sulla retta orizzontale superiore. In questo modo l’immagine è armonia e dà risalto al Canyon.

08 In questa fotografia è stato fatto l’opposto rispetto alla precedente: l’orizzonte è sulla linea orizzontale più in basso dando risalto al cielo.

09 In questa fotografia è stato fatto l’opposto rispetto alla precedente: l’orizzonte è sulla linea orizzontale più in basso dando risalto al cielo.

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